Senso è la novella che chiude la seconda raccolta di Storielle vane di Camillo Boito, ed è senza dubbio quella che ha avuto maggior fortuna, grazie anche alla splendida trasposizione cinematografica che ne fece Visconti. La vicenda ci viene narrata attraverso il “diario” della protagonista, la contessa veneziana Livia, la quale, a distanza di quasi vent’anni, decide di raccontare a se stessa, in una sorta di autoanalisi, la sua relazione con il bellissimo tenente austriaco Remigio Ruz. Livia, all’età di ventidue anni, all’apice della sua bellezza, incontra il giovane ufficiale e se ne innamora perdutamente. La passione la spinge prima all’adulterio, poi alla disperazione, infine all’umiliazione, quando si rende conto che Remigio mirava soltanto a ottenere da lei il denaro per poter disertare.